Se c’è un’opera amata e citata nella storia del melodramma italiano questa è proprio La Traviata di Giuseppe Verdi, rappresentata per la prima volta a Venezia al teatro La Fenice nel 1853. Il libretto, di Francesco Maria Piave, si ispira al celebre romanzo (poi piéce teatrale) La signora delle camelie di Alexandre Dumas figlio e narra la storia di Violetta Valéry, giovane donna che a Parigi conduce una vita facile nel lusso e nelle feste consapevole del fatto che, essendo gravemente ammalata, la sua vita sarà breve. A una delle feste conosce Alfredo Germont, che, da tempo innamorato di lei, si dichiara e lei gli dona una camelia, che lui dovrà riportarle quando sarà appassita. Violetta e Alfredo vivono il loro idillio d’amore vero, in campagna, dove lei finisce i suoi beni per mantenere entrambi, ma un giorno Violetta riceve la visita del padre di Alfredo, Giorgio Germont, che le chiede di lasciare il proprio figlio, perché i suoi trascorsi hanno discreditato la famiglia e la sorella di Alfredo non viene chiesta in moglie. Violetta, disperata, per amore di Alfredo parte lasciandogli una lettera di addio in cui gli dice che sta tornando da un precedente amante, il barone Douphol. Alfredo, sconvolto, va a una festa e le getta addosso il denaro con cui voleva ripagarla. Violetta sviene e il barone Douphol sfida a duello Alfredo. Dopo alcuni giorni, sul letto di morte, Violetta riceve una lettera da Giorgio Germont, nella quale l’uomo le dice di essersi pentito di aver causato con il suo gesto tanto dolore e di aver rivelato ad Alfredo tutta la verità. Alfredo finalmente arriva da Violetta, i due si promettono amore e felicità, ma Violetta muore tra le braccia di Alfredo.
Nell’allestimento del Teatro del Maggio, che avrà la sua prima rappresentazione domenica 19 novembre alle19, l’ambientazione è traslata dalla regia di Alfredo Corno e dalle scene di Angelo Sala (entrambi artefici anche dei costumi) in una Italia degli anni ’50, deliberatamente ispirata alla dolce vita felliniana. In scena si intravedono cineprese d’epoca che riprendono una Violetta-Anita Ekberg bionda con abito nero, che replica la famosa scena del bagno nella fontana di Trevi, mentre il giovane Alfredo è un altro attore della troupe. Nonostante le differenze, il libretto di Francesco Maria Piave si adatta in modo straordinario e la storia si rivela convincente, affascinante e ricca di dettagli e citazioni: la festa a casa di Flora è un momento conviviale del Teatro 5, dove si vedono come figuranti personaggi che sembrano provenire da La strada e 8 e ½, o dai danzatori di Satyricon. L’epilogo della vicenda è in una triste stanza d’ospedale, la cui solitudine raggela e rende tragica la fine di Violetta.
Sotto la direzione di John Axelrod (19-21-23-28/11) e Sebastiano Rolli (30/11; 2/12) si esibiranno, oltre a orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino (diretto da Lorenzo Fratini), fra gli altri Francesca Dotto (Violetta Valéry), Matteo Lippi (Alfredo Germont), Sergio Vitale (Giorgio Germont), Ana Victoria Pitts (Flora Bervoix). Coreografie di Lino Privitera e luci di Alessandro Tutini.
Repliche 21 novembre, ore 20:00; 23 novembre, ore 20:00; 28 novembre, ore 20:00; 30 novembre, ore 20:00; 2 dicembre, ore 15:30