È quasi una fiaba di ambientazione pastorale, che parla di due giovani promessi sposi, Amina e Elvino. Come in tutte le fiabe l’equilibrio iniziale della storia subisce una complicazione: arriva in paese un nobiluomo, che mostra di conoscere assai bene quei luoghi, ma che nessuno riconosce. Si tratta del conte Rodolfo, figlio del defunto signore del castello. Il conte alloggia nella locanda di Lisa e rivolge alcuni complimenti ad Amina, che fanno ingelosire Elvino. I villici avvertono il conte che in paese c’è un fantasma, ma lui giudica le loro parole frutto di superstizione. In realtà il «fantasma» è Amina, che durante la notte è affetta da sonnambulismo e quella sera va anche da lui, che dopo un imbarazzo iniziale, la lascia parlare del suo fidanzato e poi addormentarsi nella stanza da letto.
Quando viene ritrovata lo sconcerto è generale. Ma una sera appare una sonnambula sull’orlo di un precipizio e tutti riconoscono Amina, così comprendono che si era recata nella stanza del conte camminando mentre dormiva e che quindi era innocente. L’opera finisce felicemente, con i due innamorati che si riconciliano tra gli applausi dei loro amici. Il libretto, di Felice Romani, prende spunto da un balletto-pantomima francese, a sua volta derivato da una commedia musicale di Eugene Scribe del 1816. La musica della Sonnambula trova la sua forza espressiva nelle voci dei cantanti e, come del resto tutte le opere belliniane, è ricca di dolcissime e toccanti melodie di ineguagliata bellezza. Bellini compose La sonnambula in soli due mesi, mentre si trovava sul lago di Como a Moltrasio, nella villa dei Conti Lucini Passalacqua, vicino all’abitazione di Giuditta Turina, una giovane signora con cui intratteneva una relazione sentimentale.
Nell’allestimento del Teatro del Maggio, la regia di Bepi Morassi ambienta l’opera in una stazione sciistica svizzera degli anni ’30 del Novecento, rendendo molto reale il mondo montanaro del libretto di Romani. L’impianto scenico di Massimo Checchetto porta sul palco un gran torpedone rosso da cui fuoriescono i turisti che si uniscono alla gente del posto e una funivia per gli sciatori. A Sebastiano Rolli è affidata la concertazione e direzione, alla guida di orchestra e coro del Maggio, nonché dei cantanti Nicola Ulivieri (Conte Rodolfo), Laura Giordano (Amina), Shalva Mukeria (Elvino), Giulia Bolcato (Lisa), Giada Frasconi (Teresa), Min Kim (Alessio), Carlo Messeri (un notaro). Luci di Vilmo Furian, costumi di Carlos Tieppo.
Repliche il 22 novembre, ore 20:00; 26 novembre, ore 15:30; 29 novembre, ore 20:00