Una nutrita rappresentanza delle forze della Scuola, dunque, per incontrare la spiritualità romantica mitteleuropea di Schubert, Mendelssohn e Schumann.
Non tutta musica sacra, ma preziose vesti musicali che vivificano testi sia profani che religiosi.
È il caso di Gott ist mein Hirt (Il Signore è il mio pastore), il celebre Salmo 23 musicato nel 1820 da Schubert e destinato alla scuola di canto fondata da un’amica viennese, che desiderava diffondere la musica tra le ragazze, escluse dai cori ginnasiali.
Eseguito per la prima volta alla Crosby Hall di Londra nel 1845, Hör mein Bitten per soprano, coro e organo di Felix Mendelssohn (1844) si apre con il canto del soprano solista su accompagnamento dell’organo in forma polifonica. Nel successivo Allegro moderato interviene il coro, in un dialogo imitativo e contrappuntistico col soprano che si appoggia sul cromatismo armonico dell’organo.
S’inquadra perfettamente nella storia creativa di Schubert il Quartettsatz in do minore D. 703, scritto ancora nel 1820 e composto soltanto da un tempo Allegro. La scrittura è particolarmente densa e drammatica e si distende solo in un tema cantabile (dolce, in partitura). Il successivo Adagio si interrompe dopo solo quattro misure, seguendo il destino di altre celebri partiture schubertiane.
Ancora Mendelssohn, con tre canti composti tra il 1836 ed il 1944 e poi Schumann, che nei Drei Gedichte von Emanuel Geibel op. 29 descrive in musica un quadretto rurale, il cuore dell’innamorato spezzato dall’assenza della compagna e gli zingari in festa.
Di nuovo Schubert per concludere, con i Tre lieder op. post. 112, una serata in cui gli appassionati potranno gustare grande musica di raro ascolto.
Per informazioni: 055/597851 oppure www.scuolamusicafiesole.it